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Tricologia: tra mitologia, storia e realtà moderna

Tricologia: definizione e storia

La parola “tricologia” deriva dal greco antico trikhos (pelo, capello)  e logos (discorso, studio). La Tricologia, infatti, si occupa dello studio dei capelli, del cuoio capelluto e delle anomalie e patologie che sono legate ad essi. La tricologia ha radici antiche: il primo specialista nella cura dei capelli di cui si ha notizia è un’egiziano vissuto nel lontano 4000 a.c.  La storia è piena di esempi: partendo dall’ Antico Egitto uomini e donne vengono raffigurati con imponenti chiome corvine e con bellissimi copricapi indossati dai faraoni, colorati e arricchiti d’oro;  la  bellissima acconciatura di Cleopatra viene rappresentata anche al cinema con capigliature ricche di decorazioni; di contro la calvizie della bellissima regina Nefertiti ere fonte di enorme preoccupazione per il popolo tanto da indurla a coprire la testa con un grande copricapo.

Greci e  Romani avevano un’ attenzione particolare per il corpo e le donne patrizie sfoggiavano capigliature complesse e utilizzavano tinture per abbellire i loro capelli. Ricordiamo poi la corona di alloro del grande Giulio Cesare per coprire l’incipiente calvizie. Più di recente potremmo citare le meravigliose parrucche del re Sole, Luigi XIV e le capigliature create ad arte per i nobili le nobildonne del tempo.

La storia ci dimostra pertanto  che  i capelli hanno sempre avuto nella storia dell’ uomo un’importanza fondamentale come simbolo di forza, di potenza e di bellezza. Basti pensare alla tonsura del capo  dei monaci che simboleggia umiltà, sottomissione ad un volere superiore e la rinuncia ai piaceri dei beni terreni; gli indiani d’America ritenevano che la forza di un guerriero risiedesse proprio nella scalpo e che una volta ucciso, privare il nemico di esso avrebbe impedito al dio Manitù di prenderlo per i capelli per portarlo in cielo nel paradiso degli eroici guerrieri.

La stessa mitologia racconta dell’importanza e del potere dei capelli:  Sansone  perde la sua forza sovrumana perché Dalila ha tagliato la lunga chioma in cui risiedeva il suo potere;  Medusa rappresentata con serpenti al posto dei capelli è il simbolo della natura più violenta e feroce.

I capelli hanno quindi un ruolo primario nello schema corporeo e nella rappresentazione mentale che ognuno ha di sé in merito al proprio aspetto soprattutto nei confronti degli altri.  Le azioni, il modo di parlare e gesticolare, il modo di vestire e soprattutto il modo di acconciare i capelli  rappresentano un codice di comunicazione tra le persone tanto che proprio dalla capigliatura spesso e volentieri vengono identificati gruppi di persone: per esempio i punk per i quali la cresta tutta colorata è un segno distintivo o gli hippy degli anni ’70, i  “figli dei fiori”, dai vestiti sgargianti e dai lunghi capelli. Nella società di oggi la bellezza è fondamentale, viene continuamente sottolineata  e vista come un elemento necessario per il raggiungimento del successo.  E nella società moderna in cui comunichiamo anche con il nostro aspetto,  l’essere umano deve continuamente stabilire un equilibrio dinamico tra le necessità della  propria personalità e le richieste della società. Quando l’immagine che noi vediamo riflessa allo specchio non corrisponde più all’idea che abbiamo di noi stessi e che la società ci chiede, entriamo in crisi  e pur di cambiare la situazione siamo disposti in molti casi a fare di tutto, compreso affidarci talvolta a persone che non hanno le giuste competenze invece di affidarci a coloro che hanno esperienza e serietà.

In questa ottica nasce l’Istituto Giglio, una realtà moderna che grazie a un sistema d’infoltimento d’eccellenza, a una gamma di prodotti di altissima qualità e a trattamenti tricologici mirati e personalizzati mette al servizio dell’ uomo e soprattutto della donna esperienza e professionalità.  Oggi abbiamo molte frecce al nostro arco ma in realtà fino agli anni 60/70 la tricologia come la definiamo oggi praticamente non esisteva, non veniva nemmeno considerata,  tanto che le persone afflitte da calvizie venivano trattate con superficialità e con poco interesse. A partire dagli anni  70 e 80 con il boom economico e con una società sempre più attenta alla moda, all’ estetica e all’aspetto fisico dell’essere umano,  la tricologia acquista rilevanza e  grande interesse sia per chi opera nel settore con professionalità, dedizione e una continua ricerca, ma soprattutto da parte dell’uomo e ancor più della donna che possono realizzare nuovamente quell’immagine di sé grazie alla cura e/o alla riacquisizione dei capelli persi.

Dott.ssa Simona Bruni

Divisione tricologia

Istituto Giglio & Co.

 

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